|
© Copyright 2005-2021 by ViP ® L’altra Calabria
™ All right reserved ▲ |
|
|
Rino Barillari nella Roma by night Quel paparazzo di Limbadi tormento ed estasi dei vip di Vincenzo Pitaro Silvio
Berlusconi, ai tempi in cui presiedeva il governo, lo aveva pubblicamente
sfidato: «Dite a quel fotoreporter (come lo chiamano?, The King) che sarà
davvero difficile riprendermi mentre faccio footing o negli altri momenti più
intimi. Anzi, se vuole, possiamo pure scommetterci sopra». Ma
lui, Rino Barillari, 56 anni, calabrese (nato a Limbadi, oggi in provincia di
Vibo Valentia) non si scompose. «La pazienza, anche in questo campo», ebbe a
dire, «è una virtù!». Con
pazienza, quasi certosina, finora, è infatti riuscito a far cadere sotto i
suoi clic persino la principessa Margaret d’Inghilterra, sorpresa al Jackie’O
col finanziere Mario D’Urso che, indignato, gli mollò nell’occasione due
sberle piuttosto sonore. Imperterrito,
perseverante, come si addice (nel senso buono del termine) ad un calabrese
verace, Rino Barillari, fotoreporter de Il Messaggero, ormai passato alla
cronaca con l’appellativo di «re dei paparazzi», tuttavia, prosegue per la
sua strada in compagnia dell’amica più fedele: la macchina fotografica. «Se
Barillari si mette una cosa in testa», ci assicura l’amico e collega Fabrizio
Zampa, noto critico musicale del quotidiano romano, «prima o poi ci arriva!». Ma,
in testa - è il caso di chiederci - cos’ha, al momento, Rino Barillari? Il
suo «chiodo fisso», stando a quanto si sussurra negli ambienti giornalistici
capitolini, ma anche in quelli festivalieri, a Sanremo, è quello di scoprire
- oltre all’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi - papa
Wojtyla, durante le sue vacanze in montagna. Ma nella sua lista, ci sono
anche il presidente Giuliano Amato, Romano Prodi ecc. «Se
ci riesco, in una di queste imprese, o con Berlusconi o con Amato, oppure col
Papa, giuro che poi mi faccio prete», è solito ripetere allegramente, agli
amici, Rino Barillari. Beh,
ci riuscirà, a questo punto, il fotoreporter più temuto dai Vip della
politica e dalle dive dello spettacolo a centrare l’obiettivo? Finora
le sue foto hanno fatto il giro del mondo. Non tutto, però, si sa, è sempre
stato così facile. Alcune volte si è visto costretto a fare dietro front,
dinanzi a feroci cani da guardia sguinzagliati in lussuose ville di attrici,
oppure al cospetto di muscolosi «gorilla» al seguito degli artisti più in
vista. E
c’è di più. Anzi, di peggio: un calcio da parte di Ava Gardner, tra le gambe,
che gli ha fatto intravedere gli angeli scendere dal Paradiso. Ed ancora: una
secchiata di acqua e ghiaccio (il secchiello era quello dello champagne) ad
opera di un guardaspalle della modella più pagata nel mondo, Claudia
Schiffer, che lo ha letteralmente reso fradicio e, momentaneamente, messo
fuori «combattimento». A
Barillari, insomma, a quanto pare, nel corso della sua carriera, è capitato
di tutto. Anni addietro, quando lavorava per l’Ansa, finì all’ospedale con un
orecchio bisognoso di quattro punti di sutura. Successivamente, sempre nella
Roma by Night, si ritrovò protagonista di altri due «scontri» ancora
memorabili: uno con Brigitte Bardot e l’altro con Barbra Streisand. In
entrambi i casi, però, riuscì con destrezza a sfuggire dalle loro grinfie. «Ma
l’episodio che più vorrei cancellare dalla memoria», ci racconta il re dei
paparazzi, «è quello accadutomi allo stadio Olimpico, una ventina di anni fa.
Avevo realizzato delle foto, ritenute scomode, ma alcuni tifosi, intenzionati
ad impossessarsi del rullino, mi hanno inseguito, creando una rissa con
successivo accoltellamento». Incidenti
di percorso che, comunque, non sono mai serviti, e forse giammai serviranno,
a fermare un professionista di successo come Barillari. Sono
i fatti più recenti a dimostrarlo. E tutti ne sono più che convinti. «The
King è uno che non si arrende mai», dicono di lui nella sala stampa nazionale
di piazza San Silvestro, «ha la pelle dura, la tenacia e la perseveranza
tipica di ogni buon calabrese». E
Barillari ammette sorridendo: «Sì, sono calabrese purosangue e ne vado
orgogliosamente fiero. La passione di ogni calabrese è quella di lavorare
sodo, senza badare a ferie o festività. Pur di portare a compimento un mio
reportage, spesso, ho preferito lavorare anche a Natale e Capodanno. Sta
proprio qui, in questa calabresità, la chiave del mio successo. Un altro, al
mio posto, a quest’ora, sicuramente, avrebbe appeso al chiodo la macchina
fotografica. Io, invece, no! Persevero!». Chissà,
forse è proprio questa sua perseveranza, a parte l’indiscussa
professionalità, che lo rende noto e temuto a molti artisti e politici, al punto
di costringere finanche Sua Emittenza Silvio Berlusconi a prendere, nei suoi
confronti, le più opportune precauzioni. In che modo? Facendo uscire un
sosia, ad esempio, dalla propria abitazione romana o dalla sede di Forza
Italia, in via dell’Umiltà, ogni volta che qualcuno del suo staff avverte la
presenza di Barillari nei dintorni. «Sono
più di una trentina di volte che ci ho provato con Berlusconi», confessa Rino
Barillari, «ma finora mi sono sempre ritrovato con un pugno di mosche in
mano. Sono riuscito a fotografare soltanto il sosia che usciva da casa sua,
con una finta scorta, per depistarmi. Anche la gente, abboccandoci, lo
salutava per strada, da piazza Venezia fino a Palazzo Chigi. Ma ora non so
più quale altro stratagemma, il Cavaliere, d’ora in avanti, riuscirà ad
escogitare. Prima o poi, questa sfida, sarò sicuramente io a vincerla! Parola
di Barillari!». Sicché,
attenzione!, meglio stare «in campana», come dicono a Roma, perché nei
momenti più impensati ci sarà ancora lui, lì dietro l’angolo, pronto a
cogliere l’attimo, ad immortalare quei momenti da Dolce vita che nessuno, tra
i personaggi pubblici, vorrebbe mai vedere sulle pagine dei rotocalchi rosa. Vincenzo Pitaro, in «Calabria», mensile
del Consiglio regionale, FEBBRAIO 1996 |
|
©
Copyright by L’ALTRA CALABRIA ® ™ Direttore Responsabile: Vincenzo Pitaro All rights
reserved ™ International copyright secured La riproduzione anche parziale di illustrazioni e/o ideazioni grafiche,
contenuti in questa testata giornalistica, è vietata in tutti i Paesi del mondo ai sensi dell’art. 65 della Legge 22/4/1941 e della n° 248 del 18/8/2000. Ogni
violazione, pertanto, sarà perseguita a termini di legge |